Contratto Funzioni Centrali, USB va allo sciopero: no alla destrutturazione della retribuzione tabellare

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Gli esecutivi nazionali USB del comparto Funzioni centrali hanno deciso di proclamare lo sciopero contro la proposta di destrutturazione dell'impianto della retribuzione formulata dall'Aran in sede di rinnovo del CCNL 2019-2021.

Dietro il meccanismo dei differenziali stipendiali si nasconde il vero obbiettivo della proposta Aran: avviare una epocale controriforma della struttura della retribuzione che sfilerà una parte consistente del salario (le progressioni economiche) dalla retribuzione tabellare spalancando le porte a futuri rinnovi contrattuali commisurati solo su una parte della retribuzione e, pertanto, ancora più magri rispetto agli attuali.

Tale proposta incontra il consenso dei sindacati firmatari del Patto per il lavoro pubblico (Cgil,Cisl,Uil e Unsa) e rende palese il significato dell'intesa realizzata a marzo 2021 dai sindacati complici con il Ministro Brunetta: comprimere il costo del personale del comparto andando ad incidere pesantemente sulla retribuzione.

Un'operazione pericolosissima e da rispedire al mittente a maggior ragione in una fase in cui nel paese, e quindi anche nel settore pubblico, si ripropone con forza la questione salariale, con aumenti contrattuali irrisori che saranno ulteriormente erosi dal rincaro delle bollette. Solo 75 euro medi lordi a regime nel 2021 a fronte dell’aumento dei costi energetici pari ad oltre il 40% per elettricità e 25% per il gas.

Al centro dell'iniziativa di sciopero, oltre l'emergenza salariale e l'attacco alla struttura retributiva, gli altri temi del confronto negoziale con l’Aran sui quali incombe l'invadenza legislativa di un Ministro sempre più apertamente al servizio del mondo della grande impresa e ostile verso i dipendenti pubblici: dalla mortificazione dello smart working, i cui vincoli sono decisi fuori della trattativa contrattuale, ad un ordinamento professionale che rischia di frustrare le aspettative professionali e salariali dei lavoratori e delle lavoratrici, alla valutazione individuale divenuta feticcio di una visione antiquata della pubblica amministrazione, alle figure di governo dell’organizzazione produttiva finanziate con i Fondi di tutti i lavoratori invece che con i bilanci delle amministrazioni, per finire con una democrazia sindacale ostaggio dei ricatti dell’Aran e dei sindacati complici, con norme contrattuali che legano il diritto alla partecipazione alla contrattazione integrativa e agli altri istituti delle relazioni sindacali alla firma del CCNL.

Dinanzi a questo scenario la risposta non può che essere lo sciopero di tutto il Comparto Funzioni Centrali per rivendicare un CCNL che non arretri sul piano salariale e normativo ma rilanci un modello sociale che valorizzi il lavoro pubblico e la funzione svolta da tutto il personale. Oggi saranno avviate le procedure di conciliazione presso il Ministero del Lavoro.

Roma, 8 novembre 2021

USB Pubblico Impiego Funzioni Centrali